Il primo verdetto di questo 60° Festival di Sanremo è stato emesso. Vince fra i giovani - meglio, categoria Nuova Generazione - con la canzone Il linguaggio della resa, il pupillo di Mara Maionchi, Tony Maiello, che accoglie la notizia fra le lacrime, va in confusione e si ritrova sul palco pure suo papà, anch'egli in lacrime. Premio della critica, sempre per la categoria giovani, a Nina Zilli.
Ma il venerdì, come tradizione viole ormai da qualche anno, è soprattutto la serata dei duetti. C'è da dire che quest'anno i cantanti si sono davvero sbizzarriti: tra ballerine classiche, cori di minatori, attori, e band 'alternative', sono stati meno della metà quelli che hanno semplicemente cantato con un collega a supporto. L'abbinamento più sconcertante - e fischiato - della serata, comunque, è stato quello tra Pupo, Emanuele Filibero e Luca Canonici, i quali - oltre alle terrificanti Divas, vestite in tricolore - hanno finalmente avuto sul palco con loro Marcello Lippi. Quest'ultimo, contro ogni regolamento (ed educazione), prima della canzone si è lanciato in 5 minuti di tirata sul perché della sua presenza sul palco - "Io non canto, state tranquilli. Ma con un titolo come questo non poteva non essere presente il CT della Nazionale". "Qui c'è della sostanza" - tira in ballo "gli italiani all'estero che si guadagnano da vivere con grandi sacrifici", si fa urlare "Cassano! Cassano!" dal pubblico dell'Ariston e strappa l'applauso ricordando il CT della nazionale di ciclismo scomparso da poco, Ballerini, "un grande italiano". Insomma, una ruffianata senza precedenti che né i fischi e i "boo" del pubblico, né un'imbarazzatissima Clerici sono riusciti ad arginare. Per non parlare poi della variazione di alcuni versi del testo della canzone che dal già abbastanza pietoso "Tu non potevi ritornare pur non avendo fatto niente, ma mai ti sei paragonato a chi ha sofferto veramente" sono diventati "In quella notte di Berlino noi tutti alzammo le mani, Con Marcello Lippi e Fabio Cannavaro l'orgoglio di essere italiani". Inqualificabile. Anzi, da squalificare. Ma non succederà.
Ma, evidentemente, più di qualcuno ci è cascato, dal momento che Italia amore mio e i 3 'Artisti' che la cantano hanno passato il turno. Enrico Ruggeri (un po' a sorpresa) e Fabrizio Moro, invece, si fermano qui.
Ma il venerdì, come tradizione viole ormai da qualche anno, è soprattutto la serata dei duetti. C'è da dire che quest'anno i cantanti si sono davvero sbizzarriti: tra ballerine classiche, cori di minatori, attori, e band 'alternative', sono stati meno della metà quelli che hanno semplicemente cantato con un collega a supporto. L'abbinamento più sconcertante - e fischiato - della serata, comunque, è stato quello tra Pupo, Emanuele Filibero e Luca Canonici, i quali - oltre alle terrificanti Divas, vestite in tricolore - hanno finalmente avuto sul palco con loro Marcello Lippi. Quest'ultimo, contro ogni regolamento (ed educazione), prima della canzone si è lanciato in 5 minuti di tirata sul perché della sua presenza sul palco - "Io non canto, state tranquilli. Ma con un titolo come questo non poteva non essere presente il CT della Nazionale". "Qui c'è della sostanza" - tira in ballo "gli italiani all'estero che si guadagnano da vivere con grandi sacrifici", si fa urlare "Cassano! Cassano!" dal pubblico dell'Ariston e strappa l'applauso ricordando il CT della nazionale di ciclismo scomparso da poco, Ballerini, "un grande italiano". Insomma, una ruffianata senza precedenti che né i fischi e i "boo" del pubblico, né un'imbarazzatissima Clerici sono riusciti ad arginare. Per non parlare poi della variazione di alcuni versi del testo della canzone che dal già abbastanza pietoso "Tu non potevi ritornare pur non avendo fatto niente, ma mai ti sei paragonato a chi ha sofferto veramente" sono diventati "In quella notte di Berlino noi tutti alzammo le mani, Con Marcello Lippi e Fabio Cannavaro l'orgoglio di essere italiani". Inqualificabile. Anzi, da squalificare. Ma non succederà.
Ma, evidentemente, più di qualcuno ci è cascato, dal momento che Italia amore mio e i 3 'Artisti' che la cantano hanno passato il turno. Enrico Ruggeri (un po' a sorpresa) e Fabrizio Moro, invece, si fermano qui.
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